mariadipietro

Kerkent

date » 18-05-2023 12:44

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Il vento è colmo di mare,
dalle piccole colline maestoso divide questa terra dall'Africa. Nessun confine divide i profumi, i suoni, in questa primavera di maggio, con un sole lieve che accarezza il giallo intenso delle pietre, con la sua luce satura di culture che si mescolano, si cercano, si confondono fino al baracco...

La vecchia Girgenti
Questo è il centro storico di Agrigento,
la vecchia Girgenti, Kerkent per gli Arabi, Gergent per i Normanni e infine Girgenti. Occupa quasi interamente il Colle di Girgenti in una posizione arroccata scelta nel Medioevo per esigenze difensive e anche per la vicinanza del nuovo porto più favorevole al commercio. Percorrendo a piedi le strade e i vicoli della vecchia Girgenti si possono scoprire gli angoli caratteristici e i monumenti più significativi che rimandano a complesse vicende storiche e umane che si sono succedute nei secoli tra invasori arabi, normanni, angioni, aragonesi… eppure, tutta questa ricchezza è abbandonata, l’erba cresce tra le pietre, i cornicioni delle case si sgretolano, le finestre consumate restano chiuse, tra incuria e gatti stanchi dormienti. Tutta la bellezza esplode lo stesso, la Chiesa di Santa Maria dei Greci, la Chiesa e il Monastero di Santo Spirito, la Cattedrale di San Gerlando… una bellezza tale da bastare a se stessa, ma che ha bisogno di attenzione e cura.
Attraversare queste strade, significa respirare il Mediterraneo, i suoi duemilaseicento anni di storia, i suoi Templi, da Empedocle a Camilleri… e significa sentirsi invasi da una tristezza infinita nell’appurare che in questo centro storico ancora non si è fatto abbastanza per garantire che questa storia e la sua bellezza, non corra il rischio di scomparire, anno dopo anno, nell’indifferenza delle istituzioni.
E’ successo già con altre città di avere la speranza che la nomina a Capitale della Cultura (Agrigento nel 2025) potesse, con i soldi ricevuti, far risplendere l’immenso patrimonio artistico e non servire meramente a favorire turismo (così importante e così pericoloso…) e a guardare al futuro. Questo “ricco patrimonio culturale del territorio” non sarà mai “il volano con cui si valorizza la variegata offerta culturale proposta in un’ottica di innovazione, promozione e, di conseguenza, di un successivo sviluppo socio-economico…” se si dimentica il passato, se non si tutela e non se ne ha cura, con forte consapevolezza.

( https://www.beniculturali.it/comunicato/24402 )



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𝚂𝚒𝚌𝚒𝚕𝚢
Flaneuse
maggio 2023

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Portatemi a Napoli...

date » 28-04-2023 12:51

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𝕋𝕒𝕔𝕔𝕦𝕚𝕟𝕠 - 𝕟𝕠𝕟 𝕖̀ 𝕤𝕠𝕝𝕠 𝕦𝕟𝕒 𝕡𝕒𝕣𝕥𝕚𝕥𝕒 𝕕𝕚 𝕔𝕒𝕝𝕔𝕚𝕠 •

𝚃𝚞𝚝𝚝𝚒 𝚖𝚊𝚝𝚝𝚒,
𝚊𝚕𝚖𝚎𝚗𝚘 𝚞𝚗 𝚖𝚒𝚕𝚒𝚘𝚗𝚎 𝚕𝚎 𝚙𝚎𝚛𝚜𝚘𝚗𝚎 𝚌𝚑𝚎 𝚜𝚌𝚎𝚗𝚍𝚎𝚛𝚊𝚗𝚗𝚘 𝚒𝚗 𝚜𝚝𝚛𝚊𝚍𝚊, 𝚖𝚒𝚕𝚒𝚘𝚗𝚒 𝚍𝚒 𝚙𝚎𝚛𝚜𝚘𝚗𝚎 𝚌𝚑𝚎 “𝚜𝚘' 𝚝𝚊𝚗𝚝’𝚊𝚗𝚗𝚎 𝙲𝚊 𝚏𝚊𝚗𝚗 𝚜𝚎𝚖𝚙𝚎 '𝚎 𝚍𝚒𝚎́𝚋𝚋𝚎𝚝𝚎 𝚌𝚞' ‘𝚎 𝚜𝚞𝚘𝚗𝚗𝚎”, 𝚊𝚋𝚒𝚝𝚞𝚊𝚝𝚒 𝚊 𝚐𝚒𝚘𝚒𝚛𝚎 𝚍𝚒 𝚎𝚏𝚏𝚒𝚖𝚎𝚛𝚎 𝚜𝚙𝚎𝚛𝚊𝚗𝚣𝚎, 𝚌𝚘𝚗 𝚒 𝚕𝚘𝚛𝚘 𝚌𝚞𝚘𝚛𝚒 𝚊𝚍 𝚊𝚜𝚙𝚎𝚝𝚝𝚊𝚛𝚎 𝚜𝚎𝚖𝚙𝚛𝚎 𝚜𝚞𝚕𝚕𝚘 𝚜𝚝𝚎𝚜𝚜𝚘 𝚐𝚛𝚊𝚍𝚒𝚗𝚘 𝚍𝚒 𝚞𝚗 𝚟𝚊𝚜𝚌𝚒𝚘 𝚌𝚑𝚎 𝚘𝚖𝚎𝚝𝚝𝚎, 𝚌𝚎𝚕𝚊, 𝚜𝚞𝚋𝚒𝚜𝚌𝚎 𝚖𝚊 𝚌𝚑𝚎 𝚛𝚒𝚏𝚒𝚞𝚝𝚊 𝚘𝚋𝚋𝚎𝚍𝚒𝚎𝚗𝚣𝚊, 𝚜𝚘𝚝𝚝𝚘𝚖𝚒𝚜𝚜𝚒𝚘𝚗𝚎. 𝚄𝚗 𝚙𝚘𝚙𝚘𝚕𝚘 𝚜𝚎𝚖𝚙𝚛𝚎 𝚒𝚖𝚙𝚊𝚣𝚒𝚎𝚗𝚝𝚎 𝚊 𝚌𝚘𝚜𝚝𝚛𝚒𝚣𝚒𝚘𝚗𝚒 e 𝚒𝚖𝚙𝚘𝚜𝚒𝚣𝚒𝚘𝚗𝚒, 𝚜𝚎𝚖𝚙𝚛𝚎 𝚍𝚊𝚕 "𝚋𝚊𝚜𝚜𝚘", 𝚗𝚘𝚗 𝚟𝚞𝚘𝚕𝚎 𝚒𝚕 𝚙𝚘𝚝𝚎𝚛𝚎 eppure 𝚗𝚎 𝚎̀ 𝚜𝚌𝚑𝚒𝚊𝚟𝚘, 𝚕𝚊 𝚜𝚞𝚊 𝚛𝚒𝚋𝚎𝚕𝚕𝚒𝚘𝚗𝚎 𝚎̀ 𝚝𝚞𝚝𝚝𝚊 𝚜𝚞𝚊, 𝚊𝚏𝚏𝚎𝚝𝚝𝚒𝚟𝚊, 𝚍𝚒𝚜𝚙𝚎𝚛𝚜𝚒𝚟𝚊, esplosiva... 𝚖𝚒𝚕𝚒𝚘𝚗𝚒 𝚍𝚒 𝚌𝚘𝚛𝚙𝚒 𝚍𝚒 𝚞𝚗𝚊 𝚝𝚎𝚛𝚛𝚊 𝚍𝚒 𝚎𝚜𝚊𝚐𝚎𝚛𝚊𝚝𝚊 𝚋𝚎𝚕𝚕𝚎𝚣𝚣𝚊, 𝚎𝚜𝚊𝚐𝚎𝚛𝚊𝚝𝚎 𝚖𝚊𝚗𝚒𝚏𝚎𝚜𝚝𝚊𝚣𝚒𝚘𝚗𝚒 𝚍𝚒 𝚜𝚎𝚗𝚝𝚒𝚖𝚎𝚗𝚝𝚒 𝚎𝚍 𝚎𝚖𝚘𝚣𝚒𝚘𝚗𝚒, 𝚎𝚜𝚊𝚐𝚎𝚛𝚊𝚝𝚊 𝚒𝚗 𝚝𝚞𝚝𝚝𝚘, 𝚍𝚒 𝚖𝚒𝚕𝚕𝚎 𝚌𝚘𝚗𝚝𝚛𝚊𝚍𝚍𝚒𝚣𝚒𝚘𝚗𝚒, 𝚌𝚑𝚎 𝚍𝚊 𝚐𝚒𝚘𝚛𝚗𝚒 𝚜𝚒 𝚌𝚘𝚕𝚘𝚛𝚊 𝚎 𝚜𝚒 𝚖𝚎𝚜𝚌𝚘𝚕𝚊 𝚍𝚒 𝚜𝚞𝚘𝚗𝚒 𝚎 𝚙𝚊𝚛𝚘𝚕𝚎 𝚍𝚒𝚖𝚎𝚗𝚝𝚒𝚌𝚊𝚗𝚍𝚘𝚜𝚒 𝚍𝚎𝚕 𝚖𝚘𝚗𝚍𝚘 𝚒𝚗𝚝𝚎𝚛𝚘, 𝚞𝚗𝚊 𝚝𝚎𝚛𝚛𝚊 𝚌𝚘𝚗 𝚞𝚗’𝚞𝚗𝚒𝚌𝚊 𝚌𝚎𝚛𝚝𝚎𝚣𝚣𝚊, 𝚌𝚘𝚖𝚎 𝚕𝚎𝚒 𝚗𝚎𝚜𝚜𝚞𝚗𝚊.
𝚂𝚘𝚗𝚘 𝚐𝚒𝚊̀ 𝚝𝚊𝚗𝚝𝚎 𝚕𝚎 𝚙𝚊𝚛𝚘𝚕𝚎 𝚜𝚙𝚎𝚜𝚎 𝚒𝚗𝚞𝚝𝚒𝚕𝚖𝚎𝚗𝚝𝚎, sempre 𝚙𝚛𝚘𝚗𝚝𝚒 a denigrare questo popolo e questa città... 𝙽𝚊𝚙𝚘𝚕𝚒 𝚎̀ 𝚊𝚕𝚝𝚛𝚊 𝚌𝚘𝚜𝚊, 𝚗𝚎𝚕 𝚋𝚎𝚗𝚎 𝚎 𝚗𝚎𝚕 𝚖𝚊𝚕𝚎, 𝚖𝚊 𝚌𝚘𝚖𝚎 𝚜𝚎𝚖𝚙𝚛𝚎 𝚙𝚒𝚊𝚌𝚎 𝚕𝚊𝚜𝚌𝚒𝚊𝚛𝚕𝚊 𝚗𝚎𝚕 𝚜𝚞𝚘 𝚊𝚛𝚛𝚊𝚗𝚐𝚒𝚊𝚛𝚜𝚒, 𝚙𝚎𝚛 𝚜𝚌𝚛𝚘𝚕𝚕𝚊𝚛𝚜𝚒 𝚍𝚊 𝚘𝚐𝚗𝚒 𝚛𝚎𝚜𝚙𝚘𝚗𝚜𝚊𝚋𝚒𝚕𝚒𝚝𝚊̀. L𝚊𝚜𝚌𝚒𝚊𝚝𝚎 𝚐𝚒𝚘𝚒𝚛𝚎 𝚚𝚞𝚎𝚜𝚝𝚊 𝚐𝚎𝚗𝚝𝚎 𝚙𝚎𝚛𝚌𝚑𝚎́ 𝚗𝚎 𝚑𝚊 𝚍𝚒𝚛𝚒𝚝𝚝𝚘, 𝚎 𝚕𝚊𝚜𝚌𝚒𝚊𝚝𝚎𝚐𝚕𝚒𝚎𝚕𝚘 𝚏𝚊𝚛𝚎 𝚌𝚘𝚗 𝚕𝚘 𝚜𝚝𝚎𝚜𝚜𝚘 𝚍𝚒𝚛𝚒𝚝𝚝𝚘 𝚍𝚒 𝚝𝚞𝚝𝚝𝚒, 𝚜𝚎𝚗𝚣𝚊 𝚙𝚊𝚞𝚛𝚊 𝚎 𝚜𝚎𝚗𝚣𝚊 𝚏𝚊𝚛𝚕𝚊 𝚜𝚎𝚗𝚝𝚒𝚛𝚎 𝚒𝚗 𝚌𝚘𝚕𝚙𝚊 𝚍𝚎𝚕𝚕𝚊 𝚜𝚞𝚊 𝚕𝚒𝚋𝚎𝚛𝚝𝚊̀. 𝙳𝚎𝚕 𝚌𝚊𝚕𝚌𝚒𝚘 𝚗𝚘𝚗 𝚖’𝚒𝚖𝚙𝚘𝚛𝚝𝚊 𝚗𝚞𝚕𝚕𝚊, 𝚍𝚎𝚕 𝚜𝚞𝚘 𝚜𝚒𝚜𝚝𝚎𝚖𝚊 𝚎 𝚍𝚎𝚕𝚕𝚎 𝚜𝚞𝚎 𝚒𝚙𝚘𝚌𝚛𝚒𝚜𝚒𝚎, 𝚖’𝚒𝚖𝚙𝚘𝚛𝚝𝚊 𝚍𝚒 𝚚𝚞𝚎𝚜𝚝𝚊 𝚝𝚎𝚛𝚛𝚊 𝚌𝚑𝚎 𝚟𝚒 𝚜𝚘𝚛𝚛𝚒𝚍𝚎 𝚊𝚗𝚌𝚑𝚎 𝚜𝚎 𝚗𝚘𝚗 𝚕𝚎 𝚊𝚟𝚎𝚝𝚎 𝚖𝚊𝚒 𝚍𝚊𝚝𝚘 𝚗𝚞𝚕𝚕𝚊, 𝚌𝚑𝚎 𝚟𝚒 𝚘𝚏𝚏𝚛𝚎 𝚞𝚗 𝚌𝚊𝚏𝚏𝚎̀ 𝚊𝚗𝚌𝚑𝚎 𝚜𝚎 𝚕𝚎 𝚊𝚟𝚎𝚝𝚎 𝚍𝚊𝚝𝚘 𝚟𝚎𝚕𝚎𝚗𝚘, 𝚖’𝚒𝚖𝚙𝚘𝚛𝚝𝚊 𝚍𝚒 𝚚𝚞𝚎𝚒 𝚋𝚊𝚖𝚋𝚒𝚗𝚒 𝚌𝚘𝚗 𝚐𝚕𝚒 𝚘𝚌𝚌𝚑𝚒 𝚍𝚒 𝚖𝚊𝚛𝚎 𝚌𝚑𝚎 𝚒𝚗𝚜𝚎𝚐𝚞𝚘𝚗𝚘 𝚞𝚗 𝚜𝚞𝚙𝚎𝚛𝚜𝚊𝚗𝚝𝚘𝚜 𝚊 𝚙𝚒𝚎𝚍𝚒 𝚜𝚌𝚊𝚕𝚣𝚒, 𝚊𝚒 𝚖𝚊𝚛𝚐𝚒𝚗𝚒 𝚍𝚒 𝚜𝚝𝚛𝚊𝚍𝚎 𝚍𝚒𝚜𝚜𝚎𝚜𝚝𝚊𝚝𝚎... 𝚍𝚒 𝚚𝚞𝚎𝚜𝚝𝚘 𝚖𝚊𝚐𝚖𝚊 𝚌𝚑𝚎 𝚜𝚘𝚕𝚘 𝚚𝚞𝚎𝚜𝚝𝚊 𝚌𝚒𝚝𝚝𝚊̀ 𝚎̀ 𝚌𝚊𝚙𝚊𝚌𝚎 𝚍𝚒 𝚜𝚙𝚛𝚒𝚐𝚒𝚘𝚗𝚊𝚛𝚎, 𝚎 𝚖𝚒 𝚌𝚘𝚖𝚖𝚞𝚘𝚟𝚎.
Poi, come sempre, Napoli non esiste, Napoli è un sogno, Napoli è un'illusione.


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Flaneuse alla deriva

2023 Naples


"... all’ombra degli alti tetti e tra le angustie delle vecchie vie..." a "... riparare nella più vasta ombra delle memorie"
Benedetto Croce

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Fotografia Ribelle

date » 11-04-2022 13:21

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Edizione aggiornata e ampliata, rispetto a quella del 2017, con l'aggiunta di 116 pagine e 6 fotografe.
33 fotografe che hanno rivoluzionato la fotografia (e la loro vita) raccontate dalla penna radicale di Pino Bertelli che, con amore e rabbia, accompagna le sue parole con una selezione fotografica per ogni artista presentata.

Berenice Abbot
Paola Agosti
Diane Arbus
Eve Arnold
Letizia Battaglia
Alexandra Boulat
Margaret Bourke-White
Lisetta Carmi
Carla Cerati
Claude Chaun
Maria Di Pietro
Martine Franck
Gisèle Freund
Nancy "Nan" Goldin
Kati Horna
Germaine Krull
Dorothea Lange
Annie Leibovitz
Vivian Maier
Sally Mann
Mary Ellen Mark
Lee Miller
Lisette Model
Tina Modotti
Ruth Orkin
Leni Riefensthal
Cristina Garcia Rodero
Marialba Russo
Annemarie Schwarzenbach
Cindy Sherman
Gerda Taro
Francesca Woodman
Liu Xia



Le immagini di queste singolari fotografe, disuguali, imperfette o talvolta celebrate malamente, esprimono una cartografia dell’esistenza che — per alcune di loro — smargina nell’indignazione o nella ribellione. Sono numi della rivolta, pi  che mai necessari, che si affrancano ai dannati, ai reprobi, agli schiavi, ai freak, per i quali ancora e sempre occorre ricordare la necessit  della resistenza sociale e dell’insubordinazione che ne consegue.
EDIZIONE AGGIORNATA E AMPLIATA.[/justify]

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Gli incantevoli attimi di Rebecca Dautremer

Secondo la definizione di Platone, attimo è “il punto di arrivo e di partenza di ciò che si muove verso lo stare fermo e di ciò che sta fermo verso il muoversi” concetto ripreso da Kierkegaard quando definisce la nascita della religione come l'irrompere dell'eternità nel tempo. Secondo il filosofo tedesco la vita dell’Universo non si sviluppa seguendo il tempo linearmente, ma ripete eternamente un certo corso rimanendo sempre se stesso, l’Universo rinasce e perisce secondo cicli temporali ben precisi e necessari. Heidegger invece, astrae da ogni implicazione religiosa e considera l'attimo il “presente autentico” mettendolo in opposizione all'ora, Jaspers a sua volta vede nell'attimo la “totalità del reale, la presenza dell'eterno”.
Per Nietzsche tutto quel che esiste è un eterno presente: l’individuo si riappropria così del proprio tempo, primo passo per liberarsi delle logiche tradizionali cristianizzanti che reputano il futuro ben più importante del passato e impongono una vita secondo schemi come quello della salvezza divina.
Nell’eterna lotta che l’essere umano combatte contro il tempo, forse l’unica possibilità di vittoria sta nel catturarne l’essenza e vivere il presente, essendo responsabili sulla forza e sul valore dell’attimo presente… il giorno non aspetta, il sole sorge e tramonta senza attendere la nostra presenza, inseguiamo disperatamente qualcosa, interpretando la vita secondo un finale, un significato.
Il tempo, il presente, l’attimo che fugge.
Dobbiamo solo accettare di esistere nel presente e di amare gli attimi che fuggono via, e raccoglierli in infiniti attimi nel teatro della vita, l’arte del “qui e ora”.
Qual è il valore dell’istante, dentro i tanti istanti, dei secondi, dei minuti, delle ore, dei giorni di una vita? Da questo pensiero, probabilmente, Rébecca Dautreemer crea la sua meravigliosa opera Un attimo soltanto, un albo illustrato che continua la sua poetica creazione, innegabilmente di straordinaria bellezza nella storia dell’arte del disegno e dell’illustrazione.
«Ti accorgerai presto che la storia di questo libro dura un attimo.
Un attimo soltanto.
Uno solo.
Come?
Un’unica immagine per raccontare un solo attimo senza importanza? Ma chi vogliono prendere in giro? Sarà davvero un libro?! Va bene, capisco che tu te lo chieda. Ma guarda quanta gente c’è in questa immagine. Tantissima. […] Ognuno di loro ha vissuto quest’attimo. E ognuno di loro meritava di farlo»

Rebecca raccoglie granelli di sabbia di storie sul palcoscenico della vita. Lo fa senza il desiderio di essere esaustiva bensì cercando di restare in quel briciolo d’istante che esisterà in relazione con l’altro, libero di cercare il proprio tempo, il proprio attimo danzante.
"Ci hai mai pensato?
In ogni attimo che vivi, se senti il cuore che batte, l’aria che respiri nelle narici, il peso del corpo sul pavimento e la luce davanti agli occhi, e se in quello stesso istante pensi alle innumerevoli persone che vivono e respirano attorno a te, a quelle vicine e lontane, a quelle che conosci e ad altre che non conosci, a quelle che sono felici, infelici, ricche o povere, sotto il sole o al freddo, e a tutte le altre alle quali non riesci nemmeno a pensare tanto sono numerose, se pensi che anche loro condividono esattamente il tuo stesso attimo… se pensi all’aria, al peso del corpo, alla luce…”

Come con una fotografia (…è cosi che io raccolgo attimi) Rebecca insegue quella luce per immortalare l’attimo. A tutte le domande, a qualcuna si risponde, a tutte le altre, resta il mistero.
Il formato del libro, di grande dimensione, suggerisce una particolare lettura: dopo averlo aperto, come a guardare le stelle, bisogna sedersi per terra e farlo scorrere lungo tutto il pavimento per poter silenziosamente, ammirarlo in tutta la sua bellezza. Attraverso la matita di Rebecca Dautremer, come in un teatro, lo spettacolo esiste appena si accendono le luci e si apre il sipario, e un attimo dopo la chiusura dello stesso, non esiste più. Come la vita reale, non può essere rinchiuso in un libro, ma le creature di Rebecca sono custodite in un libro e sono libere, si muovono, parlano, danzano, come attori e attrici recitano con ogni singolo movimento del corpo, ogni singola espressione si compie lì, in quel momento, in quel preciso istante, come se tutto accadesse per la prima e forse unica volta.
Vi ritroverete immersi in un mondo pieno e ricco d’arte, come in un quadro di Brugel, tra natura e umanità , tra paesaggi e scene di vita quotidina, spesso rese in senso umoristico, caricaturale e grottesco, attraverso una minuziosità di particolari tipici della pittura fiamminga. E allo stesso modo non si può non ricordare l’artista Beatrix Potter con le sue storie e illustrazioni, la sua passione per il mondo naturale e gli animali, proprio come il mondo che crea Rebecca e che in un attimo soltanto vede il suo Jacominus in altre ore felici.
Le doti artistiche di Rebecca Dautremer emergono più che mai in questo immenso spazio, ben sette tavole che si aprono lungamente: dalla prospettiva all’animazione dei personaggi, tutto è costruito e progettato alla perfezione. Sullo sfondo la valle e due piccole mongolfiere pronte al volo, un cinghiale con sotto al braccio un giornale fuma il sigaro, uccelli, orsi, conigli, il Tricot Club, una libreria, un teatro e il furgoncino della cremeria di Martin, il campanile, la mongolfiera in volo e un carosello. Una giostra di cento anime che pullulano da piccole figure sullo sfondo a le grandissime figure che sembrano venirci incontro in primo piano con un’impressionante tridimensionalità che ci fa perdere nella dinamicità di tante piccole scene animate.
Rebecca inserisce nella lunga striscia anche il negativo o meglio una riproduzione identica del recto, ma nella forma dello schizzo, l’abbozzo non ancora perfezionato dai colori e puntellato gentilmente da numero - dall’1 al 100. I protagonisti di quest’attimo infatti, colti in quel millesimo di secondo è servito all’autrice per immaginarseli lì, ciascuno con la sua storia, dentro e fuori, e viceversa.
Jan Gainsborough, Beatrix, Martin, Extravaganza, Nino, Benedetto, la signora de Paris, Francesco, Clementina, Kris, il Milionario, Josè, Piuma, Furio, Isadora, Agneta, Giuseppe, Luisella, Darius, Thomas, Zabel e Mabel, La poetessa, Noemi, Stefano, Paolina, Cesare, Alice, Cleo, Leone e Napoleone, Emilio, Maria, Odile, Dolce e… Jacominus che “sentì un calore invadergli le guance, poi il cuore, poi tutto il corpo. Gli sembrava di fluttuare, e di essere felice come mai avrebbe creduto…”
Ogni schizzo di Rebecca non è una semplice riproduzione del personaggio, ma una serie di ritratti, di vite autonome da ricercare nella folla.
Provate a cercare la gatta Extravaganza…
Questo libro, universo di Jacominus Gainsborough, protagonista amatissimo di un altro libro di Rebecca Dautremer, si può leggere nel modo che si preferisce: immaginare la storia dei personaggi, inventare l’attimo, farsi trascinare, ricostruire relazioni e azioni di tutti i personaggi, oppure ascoltare l’artista Dautremer, centimetro dopo centimetro, ad ogni linea.
L’unicità di quest’opera è il valore che l’istante ha, oltre il proprio. Gli istanti degli altri si intrecciano inevitabilmente come gesti rivolti all’intero universo, fatto di poesia.
Se il mondo fosse stato più giusto… se la signora Magloire non avesse perso l’ago, se Irene non avesse mai commesso sciocchezze, se Agneta avesse saputo rivelare il suo amore, se Giuseppe l’avesse incontrata prima, se Beatrix non avesse fatto di testa sua… “insomma fu proprio un attimo soltanto, pieno di se e di ma, come ogni altro.”

Le creazioni di Rebecca, tra cui i nuovi schizzi preparatori di un prossimo libro “Formidable”, sono in mostra a Bologna dall’otto al trenta marzo 2023 nelle stanze di Alchemilla, a Palazzo Vizzani.
Via Santo Stefano 43
Rebecca Dautremer “Formidabile Rebecca Dautremer e il viaggio di Jacominus.

La mostra racconta i quattro libri attraverso cui Rébecca Dautremer costruisce la vita, i luoghi, le relazioni e l’intero universo antropomorfo del coniglio Jacominus Gainsborough. Di volta in volta lo spettatore si stupisce per l’invenzione di formati libri mirabolanti capaci di comporsi come in un puzzle, e costruire un grande affresco di un epoca.
Il tempo - quello della vita, quello di un istante solo, quello del sogno o quello lineare - è uno dei grandi nodi delle storie di Jacominus che perfettamente dialogano con la location della mostra, le stanze di Alchemilla, collocate nello storico Palazzo Vizzani. In mostra sarà possibile ammirare l’enorme fregio disegnato per il leporello Un attimo soltanto che racconta la complessità di un istante in un affresco di una intera società o i teatrini di carta di Ti aspetto, che giocano su quello che la lentezza consente a poco a poco di vedere, sempre attraversando narrativamente le avventure di Jacominus. L’esposizione avrà in anteprima nazionale gli originali del prossimo libro, Formidable, dove Jacominus si lancia alla ricerca di una cosa formidabile che non è più capace di ricordare. In un miscuglio di stili molto diversi e di passaggi onirici Dautremer ci regala un ulteriore passo nella saga del suo personaggio.

Rebecca Dautremer è una popolare illustratrice francese di libri per bambini, e non solo. Ha studiato design grafica all’École Nationale Supérieure des Arts Décoratifs nel 1995 e ha poi continuato a lavorare come redattrice, grafica e illustratrice . Nato nel sud della Francia, precisamente nelle Hautes Alpes, nel 1971, Dautremer attualmente lavora per Milan-Presse e Fleurus-Presse. Vive a Parigi con il marito Taï-Marc Lethanh e i loro tre figli.
Illustra orchi, strane principesse e un divertente Cyrano. I suoi libri per bambini sono stati descritti come poetici e con una sfumatura di umorismo. Le illustrazioni calde e dettagliate di Dautremer si ispirano principalmente alle fiabe. Influenzata dal decennio in cui è cresciuta, gli anni ’80, ama la fotografia , in particolare, Dautremer è affascinata dal modo in cui il mezzo fotografico inquadra le immagini, i colori e la luce. Utilizza la gouache nelle sue illustrazioni, una pittura a base d’acqua composta principalmente da pigmenti naturali e da un legante, utilizzata regolarmente per manifesti e illustrazioni da artisti commerciali. Dautremer crea anche immagini di grandi dimensioni su carta acquerellata.


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Teatro Viaggiante

date » 14-01-2023 21:10

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La poesia col suo suo carretto di legno percorre tutti i fili sottili che portano all'anima, lì nel profondo dove ogni artista trova una tenera carezza. Oltre il sipario c'è il buio della società odierna che non ode le voci e la musica degli artisti. Nella luce soffusa dei loro volti in controluce, tessono poesia, bellezza e ribellione, oggi come ieri, c'è un tempo da raccontare, c'è un mondo da descrivere, libertà da riconquistare. C'è un mondo da salvare, e solo la poesia può esplodere di bellezza... perché si impari a passare dal buio delle costrizioni in cui siamo ingabbiati alla luce della libertà.
Grazie a Fabio Tinella, che di bianco truccato, con il suo mantello e colletto pieghettato , ancora trascina sogni sull'antico teatro viaggiante.


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Un Nouveau Regard

date » 08-01-2023 16:17

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Quattro diverse sedi situate nel cuore del centro storico di Pistoia, città spesso dimenticata, poco valorizzata dai suoi stessi abitanti, città meravigliosa nella sua bellezza che ancora fa fatica ad aprirsi al mondo contemporaneo, senza per questo perdere le sue radici, quattro sedi, Palazzo Buontalenti, Palazzo dè Rossi, Antico Palazzo dei Vescovi, San Salvatore, compongono il sistema museale Pistoia Musei. Un progetto importante e impegnativo nato nel 2019 sotto la Direzione Scientifica di Philip Rylands (Direttore Emerito Collezione Peggy Guggenheim, Venezia) dalla volontà di Fondazione Caript, gestito dalla sua società strumentale Pistoia Musei & Cultura Scrl e oggi diretto da Monica Preti, per molti anni Direttrice della programmazione culturale dell’Auditorium Musée du Louvre.
Dopo il 2017 con Pistoia Capitale Italiana della Cultura – si pone l’obiettivo di offrire un calendario di iniziative culturali articolato e attrattivo, raccontando la città dalle sue origini fino alla contemporaneità con un programma espositivo di ampio respiro, affinché Pistoia si affermi sempre di più come meta prediletta dal turismo culturale, valorizzando e promuovendo il suo straordinario patrimonio.
Lo scorso anno la mostra Medioevo a Pistoia, Crocevia di artisti fra Romanico e Gotico illustrava per la prima volta lo straordinario panorama delle arti a Pistoia dal XII agli inizi del XV secolo, rivelando il ruolo di primo piano assunto nel Medioevo dalla città nel campo delle arti figurative. Quest’anno un’altra interessantissima mostra racconta e ricorda un protagonista indiscusso del cinema italiano…

Mauro Bolognini (1922-2001) è stato un protagonista della cultura italiana del secondo dopoguerra capace di spaziare tra cinema, televisione, teatro e opera lirica. Particolari e fecondi sono stati i rapporti intrattenuti con il cinema francese e con la cultura italiana a lui contemporanea, particolarmente con Pasolini. Per trentacinque anni protagonista indiscusso del cinema, dell’opera e del teatro italiano, ha diretto artisti quali Marcello Mastroianni, Gina Lollobrigida, Claudia Cardinale, Jean-Paul Belmondo, Catherine Deneuve, Ottavia Piccolo, Isabelle Huppert, Alberto Sordi – solo per citarne alcuni. Pistoiese di nascita, ma cittadino del mondo, Mauro Bolognini, regista di fama internazionale, pietra miliare del cinema italiano degli anni Sessanta e Settanta è stato regista di decine di pellicole, ha diretto grandi attrici e attori. I momenti più significativi della vita e dell’opera del regista si possono percorrere in tante opere artistiche quali manifesti, bozzetti, costumi, fotografie, oggetti di scena, un percorso quello di Bolognini che ha radici costanti con le arti, una passione che parte dalla formazione toscana, a contatto con i capolavori della pittura macchiaiola e con le esperienze della scuola pistoiese del primo Novecento, dal periodo di studio con Ottone Rosai, presso l’Accademia di Belle Arti di Roma. Il suo amore per la pittura ha di certo influenzato la sua regia, le sue creazioni, arricchendo molte sue pellicole – e in particolare La Viaccia del 1961 e Metello del 1970 – di vere e proprie citazioni figurative di capolavori della pittura italiana e francese. Vincenzo Farinella approfondirà questo background nel saggio Mauro Bolognini, un regista innamorato della pittura. Due casi studio, La Viaccia e Metello, vanno ad approfondire l’influenza che la pittura ha avuto nell’intera opera del regista. In La Viaccia del 1961, ambientato nella Toscana di fine Ottocento e tra i più sfacciatamente pittorici della sua filmografia, è così possibile scoprire gli echi della rivoluzione realista di Gustave Courbet - Un funerale a Omans, Gli spaccapietre - ma anche suggestioni da Giovanni Fattori (Ritorno a casa) e Henri de Toulouse-Lautrac, con le sue donne in corsetto, per gli ambienti e i costumi del bordello, che trovano riscontro anche nel Manet di Il bar alle Folies-Bergère.
Poi ancora, per Metello del 1970, con cui Bolognini torna in Toscana di inizio ‘900, troviamo le atmosfere e le composizioni di Segantini (A messa prima) e di Telemaco Signorini (Il Ponte Vecchio). Questo “assaggio” sulle fonti pittoriche nel cinema di Bolognini lascia intendere come la cultura e il gusto del regista di Pistoia si estendessero ben al di là della pittura macchiaiola, per attingere a fonti internazionali più varie e stratificate.

In occasione del centenario della sua nascita, dal 10 novembre 2022 al 26 febbraio 2023 Pistoia Musei presenta al pubblico Mauro Bolognini, un nouveau regard. Il cinema, il teatro e le arti, mostra a cura di Andrea Baldinotti, Vincenzo Farinella, Monica Preti e Luca Scarlini che si articolerà nelle sedi di Palazzo Buontalenti e dell’Antico Palazzo dei Vescovi, nel cuore storico della città di Pistoia.
Circa 200 tra manifesti, bozzetti, costumi, dipinti, fotografie e materiali di scena per una mostra che ha il duplice intento di riconsiderare in modo complessivo l’opera di Bolognini e di espandere alla dimensione europea la ricerca sul suo lavoro e sulla sua espressione figurativa, frutto di una sensibilità affinata in giovinezza all’ombra del cinema francese. Da qui anche il titolo della mostra, che mette idealmente l’accento sul contributo che la cultura d’Oltralpe ha offerto al lavoro del regista pistoiese. Il percorso espositivo è organizzato in due sedi distinte. A Palazzo Buontalenti, dove si dipana la vicenda cinematografica di Bolognini, il percorso si articola in sei sezioni cronologiche: Da Pistoia a Roma (con intermezzo in Francia); Bolognini e Pasolini; Tra successi e insuccessi: gli anni Sessanta; Tra impegno politico e letterario: i primi anni Settanta; Romanzi, specchi grotteschi e schegge di commedia: la seconda metà degli anni Settanta; Gli ultimi anni. Accanto a questi, un focus dedicato a un’antologia di dipinti dell’Ottocento utilizzati dal regista come spunti, e un approfondimento sulla sua personalità e i suoi gusti con una selezione di oggetti e opere che lo hanno circondato nelle sue abitazioni. In una saletta ‘cinematografica’ appositamente allestita per la mostra, invece, un montaggio video originale diretto daRocco Gurrieri propone una ricostruzione delle strette relazioni fra le pellicole di Bolognini e i riferimenti pittorici e fotografici che ne hanno ispirato l’atmosfera e la messa in scena, in particolare ne La Viaccia e in Metello.
Nella sede dell’Antico Palazzo dei Vescovi sono invece rievocate le sue regie liriche e teatrali: otto sale allestite in maniera ‘scenografica’ con bozzetti, figurini, costumi che rievocano le maggiori produzioni teatrali di Bolognini.

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Spiritualmente

date » 03-09-2022 11:38

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Bisogna esistere per percorrere il silenzio e i suoi luoghi.
Passo dopo passo, ricordare il mondo e la sua fotografia in movimento.

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Luoghi del silenzio

date » 03-09-2022 11:33

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Basilica di San Pietro a Spoleto

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Bellezza divina

date » 03-09-2022 11:27

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Basilica di San Salvatore, patrimonio Unesco.
Spoleto, Umbria, Italia


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teatro silenzioso

date » 26-05-2022 14:22

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tags » #mariadipietro #fotografia #menton,

C'era una volta in un negozio d’antiquariato... un vecchio giocattolo, una valigia, una teiera, una piccola giostra, una gabbia di legno colorata...
Un mondo incantato pullulante di storie.

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