mariadipietro
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Incontri di Sopravvivenza Visiva

Fotografia


La fotografia è una sola,
quella che si tocca, le immagini sono altro ancora, basta un manuale per imparare la tecnica, quello che un artista può insegnare è la sua esperienza, mentre non basta un manuale ne un insegnate per saper narrare e raccontare, occorre aver qualcosa da dire. Non vesto unicamente il ruolo di insegnante, metterei fine alla mia spontaneità creativa, preferisco chiamarlo gioco di condivisione, esercizio di libertà. Partendo da questo presupposto, da fotografa libera da ogni scolarizzazione della fotografia e ogni intento diabolico di creare in massa nuovi e nuove fotografe, vi lascio quanto segue.
Gli incontri di sopravvivenza visiva pongono l’attenzione su come coltivare un modo di guardare che va oltre gli argomenti di carattere tecnico che, seppur importanti, saranno limitati agli elementi chiave del processo di cattura delle immagini: fotocamere e impostazioni, quindi imparerete certamente ad usare una macchina fotografica, analogica e digitale.
Verranno affrontate questioni sostanziali, soffermandosi con attenzione sulla storia, sulla teoria e sull’analisi formale con rilievo ai diversi aspetti del processo di realizzazione di una fotografia, dando ampio spazio alla descrizione di immagini realizzate da diverse personalità del mondo della fotografia. Saper guardare le foto degli altri prima di scattarne altre e difendersi dalle immagini che fanno solo rumore, per fare foto con dentro una storia.
Ciò che accomuna tutte le immagini è la presenza di un soggetto posto dall’altra parte dell’obiettivo, lo sguardo profondo di chi fotografa. La parola profondo sta a sottolineare che non può essere uno sguardo ridotto ad un’esplosione di entusiasmo, ad un’idea brillante, ad una strategia compositiva o ad un cavillo stilistico, l’importanza dello sguardo risiede nella fotografia.
Si approfondirà il momento di scambio tra voi e il soggetto, la scintilla che si accende nello spazio vuoto che si crea, il momento dell’istante. In contrapposizione un lungo sguardo statico, qualcosa che in un primo momento poteva sembrare soltanto un vago ma intenso desiderio di scattare una bella fotografia, sospeso poi impercettibilmente nell’immagine, come un ponte che mette in comunicazione degli sconosciuti. Infine, uno sguardo ammaliato, desideroso di restare appartato con la sola speranza di cogliere la presenza di quella persona nello specchio del vostro anonimato. Insieme a tutti questi aspetti, l’obiettivo sarà coltivare la presenza, un proprio modo di guardare.
Un’occasione “per fare esistere nuovi mondi, fare del sapere un oggetto del desiderio in grado di mettere in moto la vita e di allargarne l'orizzonte”. Ci saranno dibattiti, possibilità di confronto, lettura di testi, analisi di opere fotografiche, visione di video, attrezzatura e infine esercitazioni pratiche.

“Lo sguardo: in termini di informazioni insegna, in termini di relazione gli sguardi si scambiano, in termini di possesso attraverso lo sguardo tocco, raggiungo, colgo e sono colto. Infine sempre lo sguardo cerca qualcosa e qualcuno.”
Roland Barthes nel suo “Dritto negli occhi”


In un’epoca satura di immagini, gli incontri di sopravvivenza visiva pongono l’attenzione su come affrontarla, insegnando a coltivare uno sguardo critico nell'era della comunicazione visiva. Fornire strumenti pratici a chiunque voglia imparare a scrivere e raccontare per immagini o semplicemente avvicinarsi alla fotografia e il suo linguaggio, con lezioni di percezione visiva – chiave di volta della grammatica visiva dell’immagine. Si apprenderà la struttura di una storia, l’uso dello strumento fotografico, che sia un macchina fotografica o uno smartphone, consapevoli di quale sia la differenza. Le primissime lezioni verteranno sulla fotografia analogica, dinanzi ad una scatola fotografica, toccando con mano la carta ai sali d’argento, vedendo come questa si sviluppa dopo aver catturato la luce.
Si farà un excursus sulla storia della fotografia, attraverso la proiezione di immagini, letture di libri e analisi di opere d’arte, per imparare ad avere consapevolezza degli strumenti che si utilizzano e di quello che si ha da dire.
Verrà dedicato molto tempo al concetto di narrazione con mappatura di immagini, focus sulle parole, ricordi, sogni, desideri, atmosfere.
Si porranno domande su questo connubio parole e immagini, se è giusta l’affermazione che la 𝚏𝚘𝚝𝚘𝚐𝚛𝚊𝚏𝚒𝚊, se necessita di parole 𝚙𝚎𝚛 essere descritta, 𝚜𝚒𝚊 𝚞𝚗𝚊 𝚏𝚘𝚝𝚘𝚐𝚛𝚊𝚏𝚒𝚊 𝚌𝚑𝚎 𝚒𝚗 𝚏𝚘𝚗𝚍𝚘 𝚗𝚘𝚗 𝚑𝚊 𝚗𝚞𝚕𝚕𝚊 𝚍𝚊 𝚍𝚒𝚛𝚎. 𝙸𝚕 𝚋𝚒𝚜𝚘𝚐𝚗𝚘 𝚍𝚒 𝚙𝚊𝚛𝚘𝚕𝚎, 𝚌𝚑𝚎 𝚜𝚒𝚊 𝚍𝚎𝚕𝚕’𝚊𝚛𝚝𝚒𝚜𝚝𝚊 (𝚒𝚗 𝚚𝚞𝚊𝚗𝚝𝚘 𝚏𝚘𝚝𝚘𝚐𝚛𝚊𝚏𝚊/𝚘 𝚌𝚑𝚎 𝚟𝚊 𝚘𝚕𝚝𝚛𝚎 𝚕𝚊 𝚖𝚎𝚛𝚊 𝚎𝚜𝚎𝚌𝚞𝚣𝚒𝚘𝚗𝚎/𝚙𝚛𝚘𝚍𝚞𝚣𝚒𝚘𝚗𝚎) 𝚘 𝚍𝚒 𝚌𝚑𝚒 𝚐𝚞𝚊𝚛𝚍𝚊, 𝚗𝚊𝚜𝚌𝚎 𝚍𝚊𝚕 𝚏𝚊𝚝𝚝𝚘 𝚌𝚑𝚎 𝚚𝚞𝚎𝚕𝚕𝚘 𝚌𝚑𝚎 𝚟𝚎𝚍𝚎 𝚎̀ 𝚌𝚒𝚘̀ 𝚌𝚑𝚎 𝚙𝚎𝚗𝚜𝚊 𝚎 𝚚𝚞𝚎𝚕 𝚌𝚑𝚎 𝚙𝚎𝚗𝚜𝚊 𝚜𝚒 𝚎𝚜𝚙𝚛𝚒𝚖𝚎 𝚌𝚘𝚗 𝚕𝚊 𝚕𝚞𝚌𝚎 𝚎 𝚌𝚘𝚗 𝚕𝚎 𝚙𝚊𝚛𝚘𝚕𝚎. Si discuterà di questo.
𝙸𝚖𝚖𝚊𝚐𝚒𝚗𝚎 𝚎 𝚙𝚊𝚛𝚘𝚕𝚊 𝚜𝚘𝚗𝚘 𝚍𝚞𝚎 𝚊𝚗𝚒𝚖𝚎 𝚌𝚑𝚎 𝚜𝚒 𝚏𝚛𝚘𝚗𝚝𝚎𝚐𝚐𝚒𝚊𝚗𝚘, 𝚟𝚎𝚛𝚋𝚊𝚕𝚎 𝚎 𝚟𝚒𝚜𝚞𝚊𝚕𝚎, 𝚙𝚛𝚘𝚙𝚛𝚒𝚘 𝚙𝚎𝚛 𝚛𝚒𝚋𝚊𝚍𝚒𝚛𝚎 𝚌𝚑𝚎 𝚎̀ 𝚕𝚊 𝚕𝚘𝚛𝚘 𝚞𝚗𝚒𝚘𝚗𝚎 𝚌𝚑𝚎 𝚛𝚎𝚗𝚍𝚎 𝚙𝚘𝚜𝚜𝚒𝚋𝚒𝚕𝚎 𝚕𝚊 𝚖𝚊𝚐𝚒𝚊. Si camminerà sulla scia dell’𝚒𝚖𝚖𝚊𝚐𝚒𝚗𝚎 che 𝚎𝚜𝚊𝚕𝚝𝚊 𝚕𝚊 𝚙𝚘𝚎𝚜𝚒𝚊 𝚍𝚎𝚕𝚕𝚎 𝚙𝚊𝚛𝚘𝚕𝚎 e la 𝚙𝚊𝚛𝚘𝚕𝚊 che 𝚎𝚜𝚊𝚕𝚝𝚊 𝚕𝚊 𝚙𝚘𝚎𝚜𝚒𝚊 𝚍𝚎𝚕𝚕’𝚒𝚖𝚖𝚊𝚐𝚒𝚗𝚎, s𝚘𝚗𝚘 𝚕𝚎 𝚋𝚎𝚕𝚕𝚎 𝚊𝚛𝚝𝚒.
Ognuno dovrà chiedersi “cosa mi interessa raccontare e con quali mezzi?" Ognuno avrà la sua tela bianca, immergendosi nella propria struttura sentimentale, sbaragliando la paura di fronte ad essa.

A chi è rivolto?

A chi si avvicina al mondo della fotografia per la prima volta, a chi vuole approfondire la propria conoscenza, a chi ha bisogno di colmare delle lacune formative, a chi è appassionato e vuole appassionarsi, a chi resiste...
Incontri individuali o di gruppo: giornate di stage dove trascorrere il tempo piacevolmente e alla fine ritrovarsi una fotografia tra le mani. In strada, negli ‘angoli amati’, studiando i percorsi, la luce. Muoversi singolarmente o in piccoli gruppi (nessuna gita confusionaria e dispersiva, la giusta attenzione alla persona, uno, due, tre, pochi insomma) in maniera armonica, in sintonia, senza alcuna pressione di realizzazione di immagini, rispettando i ritmi, la presenza, lo sguardo.
Quando?
Scrivimi infomariadipietro@gmail.com ci organizzeremo in base alle nostre necessità e disponibilità di orari e di giorni.
Dove? In Atelier e in strada, possibilità di utilizzare attrezzatura analogica e digitale per chi ne fosse sprovvisto.

Nota bene: vivere della propria passione, significa fare scelte nette nello stare al mondo. Scelte che rendono liberi ma non sempre materialmente ricchi. Questa fedeltà a me stessa la rendo possibile trasformando la mia passione in parte del mio lavoro. Mi muovo in modo autonomo e indipendente, non lavoro per la gloria, ho scelto di non farlo, il “successo è brutalità, è ogni forma, politica e religiosa, arte e affari. Avere successo implica crudeltà.” Allo stesso tempo non considero certo la povertà una virtù, lo è saper eliminare il superfluo, la bellezza è intrinseca nelle cose e nelle persone. Bisogna dare valore e sottolineare le proprie competenze, le proprie idee, il proprio talento.
Se decidete di partecipare a uno dei miei incontri, è per non assomigliare a nessuno nè imitare qualcuno, bensì cercare se stessi, prendere ispirazione per la vostra costruzione e per saldare le vostre radici mentre ne incontrano altre. Essere onesti e liberi, siamo la nostra biografia.

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Per informazioni sulla partecipazione e iscrizione workshop, contatto personale : mail infomariadipietro@gmail.com - incontro video

Per chi volesse conoscermi meglio:
2023 Invito a 𝚁𝚂𝙸 - 𝚁𝚊𝚍𝚒𝚘𝚝𝚎𝚕𝚎𝚟𝚒𝚜𝚒𝚘𝚗𝚎 𝚂𝚟𝚒𝚣𝚣𝚎𝚛𝚊 - 𝚁ete 𝙳𝚞𝚎 𝚊𝚕 𝚙𝚛𝚘𝚐𝚛𝚊𝚖𝚖𝚊 𝚍𝚒 𝚌𝚞𝚕𝚝𝚞𝚛𝚊 𝙼𝚘𝚋𝚢 𝙳𝚒𝚌𝚔, 𝚙𝚎𝚛 𝚍𝚒𝚜𝚌𝚞𝚝𝚎𝚛𝚎 𝚍𝚒 𝚏𝚘𝚝𝚘𝚐𝚛𝚊𝚏𝚒𝚊 𝚒𝚗 𝚘𝚌𝚌𝚊𝚜𝚒𝚘𝚗𝚎 𝚍𝚎𝚕𝚕𝚊 𝚌𝚎𝚕𝚎𝚋𝚛𝚊𝚣𝚒𝚘𝚗𝚎 𝚍𝚎𝚕 𝟽𝟻° 𝚊𝚗𝚗𝚒𝚟𝚎𝚛𝚜𝚊𝚛𝚒𝚘 𝚍𝚎𝚕𝚕𝚊 𝙳𝚒𝚌𝚑𝚒𝚊𝚛𝚊𝚣𝚒𝚘𝚗𝚎 𝚞𝚗𝚒𝚟𝚎𝚛𝚜𝚊𝚕𝚎 𝚍𝚎𝚒 𝚍𝚒𝚛𝚒𝚝𝚝𝚒 𝚞𝚖𝚊𝚗𝚒. 𝚀𝚞𝚊𝚗𝚍𝚘 𝚊𝚕𝚕𝚊 𝚌𝚞𝚛𝚊𝚝𝚛𝚒𝚌𝚎 𝚍𝚎𝚕 𝚙𝚛𝚘𝚐𝚛𝚊𝚖𝚖𝚊 𝚑𝚘 𝚌𝚑𝚒𝚎𝚜𝚝𝚘 𝚕𝚊 𝚖𝚘𝚝𝚒𝚟𝚊𝚣𝚒𝚘𝚗𝚎 𝚌𝚑𝚎 𝚕’𝚊𝚟𝚎𝚟𝚊 𝚜𝚙𝚒𝚗𝚝𝚊 𝚊d 𝚒𝚗𝚟𝚒𝚝𝚊𝚛𝚖𝚒, (𝚗𝚘𝚗 𝚌𝚒 𝚌𝚘𝚗𝚘𝚜𝚌𝚎𝚟𝚊𝚖𝚘 𝚗𝚎́ 𝚙𝚎𝚛𝚜𝚘𝚗𝚊𝚕𝚖𝚎𝚗𝚝𝚎 𝚗𝚎́ 𝚙𝚛𝚘𝚏𝚎𝚜𝚜𝚒𝚘𝚗𝚊𝚕𝚖𝚎𝚗𝚝𝚎), 𝚙𝚊𝚛𝚝𝚎 𝚍𝚎𝚕𝚕𝚊 𝚛𝚒𝚜𝚙𝚘𝚜𝚝𝚊 𝚎̀ 𝚜𝚝𝚊𝚝𝚊 “𝚑𝚘 𝚊𝚟𝚞𝚝𝚘 𝚖𝚘𝚍𝚘 𝚍𝚒 𝚟𝚎𝚍𝚎𝚛𝚎 𝚒 𝚜𝚞𝚘𝚒 𝚛𝚊𝚌𝚌𝚘𝚗𝚝𝚒 𝚏𝚘𝚝𝚘𝚐𝚛𝚊𝚏𝚒𝚌𝚒 𝚎 𝚙𝚎𝚛 𝚕’𝚘𝚌𝚌𝚊𝚜𝚒𝚘𝚗𝚎 𝚝𝚛𝚘𝚟𝚘 𝚒𝚖𝚙𝚘𝚛𝚝𝚊𝚗𝚝𝚎 𝚌𝚑𝚎 𝚕𝚎𝚒 𝚌𝚒 𝚙𝚊𝚛𝚕𝚒 𝚍𝚎𝚕 𝚜𝚞𝚘 𝚏𝚊𝚝𝚒𝚌𝚘𝚜𝚘 𝚙𝚎𝚛𝚌𝚘𝚛𝚜𝚘 𝚍𝚒 𝚕𝚒𝚋𝚎𝚛𝚝𝚊̀”.
- 𝚕’𝚒𝚗𝚝𝚎𝚛𝚟𝚒𝚜𝚝𝚊 : Open link
- 𝙼𝚒𝚗𝚞𝚝𝚘 𝟶𝟷:𝟸𝟽:𝟺𝟶 -
𝚊𝚕 𝚜𝚘𝚕𝚘 𝚜𝚌𝚘𝚙𝚘 𝚍𝚒 𝚌𝚘𝚗𝚍𝚒𝚟𝚒𝚍𝚎𝚛𝚎 𝚊𝚗𝚌𝚘𝚛𝚊 𝚞𝚗𝚊 𝚟𝚘𝚕𝚝𝚊, 𝚚𝚞𝚊𝚗𝚝𝚘 𝚜𝚒𝚊 𝚗𝚎𝚌𝚎𝚜𝚜𝚊𝚛𝚒𝚘 𝚘𝚛𝚊 𝚙𝚒𝚞̀ 𝚌𝚑𝚎 𝚖𝚊𝚒 𝚛𝚒𝚌𝚘𝚛𝚍𝚊𝚛𝚎 𝚌𝚑𝚎 𝚗𝚘𝚗 𝚜𝚒 𝚙𝚞𝚘̀ 𝚙𝚎𝚗𝚜𝚊𝚛𝚎 𝚍𝚒 𝚐𝚞𝚊𝚍𝚊𝚐𝚗𝚊𝚛𝚎 𝚛𝚊𝚌𝚌𝚘𝚗𝚝𝚊𝚗𝚍𝚘 𝚝𝚛𝚊𝚐𝚎𝚍𝚒𝚎 𝚞𝚖𝚊𝚗𝚎 𝚊𝚜𝚙𝚒𝚛𝚊𝚗𝚍𝚘 𝚊 𝚙𝚛𝚎𝚖𝚒 𝚎 𝚗𝚘𝚝𝚘𝚛𝚒𝚎𝚝𝚊̀, 𝚎𝚜𝚊𝚕𝚝𝚊𝚗𝚍𝚘 𝚎 𝚖𝚊𝚐𝚗𝚒𝚏𝚒𝚌𝚊𝚗𝚍𝚘 𝚜𝚎́ 𝚜𝚝𝚎𝚜𝚜𝚒, 𝚜𝚞𝚕𝚕𝚎 𝚜𝚘𝚏𝚏𝚎𝚛𝚎𝚗𝚣𝚎 𝚊𝚕𝚝𝚛𝚞𝚒.
𝚁𝚒𝚌𝚘𝚛𝚍𝚊𝚛𝚎 𝚌𝚑𝚎 𝚕𝚎 𝚟𝚎𝚛𝚒𝚝𝚊̀ 𝚜𝚒 𝚘𝚍𝚘𝚗𝚘 𝚜𝚞𝚕𝚕𝚊 𝚙𝚎𝚕𝚕𝚎 𝚎 𝚗𝚎𝚒 𝚌𝚞𝚘𝚛𝚒 𝚍𝚎𝚕𝚕𝚊 𝚙𝚘𝚟𝚎𝚛𝚊 𝚐𝚎𝚗𝚝𝚎, 𝚗𝚎𝚕𝚕𝚎 𝚕𝚊𝚌𝚎𝚛𝚊𝚣𝚒𝚘𝚗𝚒 𝚎 𝚗𝚎𝚒 𝚌𝚘𝚗𝚏𝚕𝚒𝚝𝚝𝚒, 𝚗𝚎𝚕𝚕𝚊 𝚗𝚘𝚋𝚒𝚕𝚝𝚊̀ 𝚍’𝚊𝚗𝚒𝚖𝚘, 𝚗𝚘𝚗 𝚌𝚎𝚛𝚝𝚘 𝚗𝚎𝚒 𝚐𝚛𝚞𝚖𝚒 𝚍𝚒 𝚙𝚘𝚝𝚎𝚛𝚎 𝚍𝚒 𝚐𝚘𝚟𝚎𝚛𝚗𝚒, 𝚛𝚎𝚕𝚒𝚐𝚒𝚘𝚗𝚒 𝚎 𝚙𝚊𝚛𝚝𝚒𝚝𝚒 𝚌𝚑𝚎 𝚜𝚘𝚗𝚘 𝚐𝚒𝚞𝚗𝚝𝚒 𝚊 𝚌𝚛𝚎𝚊𝚛𝚎 𝚒𝚗𝚍𝚒𝚐𝚗𝚊𝚣𝚒𝚘𝚗𝚒 𝚊 𝚌𝚘𝚖𝚊𝚗𝚍𝚘.


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Ⓟⓞⓔⓢⓘⓐ 𝔽𝕠𝕥𝕠𝕘𝕣𝕒𝕗𝕚𝕒



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