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Un Nouveau Regard

date » 08-01-2023 16:17

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Quattro diverse sedi situate nel cuore del centro storico di Pistoia, città spesso dimenticata, poco valorizzata dai suoi stessi abitanti, città meravigliosa nella sua bellezza che ancora fa fatica ad aprirsi al mondo contemporaneo, senza per questo perdere le sue radici, quattro sedi, Palazzo Buontalenti, Palazzo dè Rossi, Antico Palazzo dei Vescovi, San Salvatore, compongono il sistema museale Pistoia Musei. Un progetto importante e impegnativo nato nel 2019 sotto la Direzione Scientifica di Philip Rylands (Direttore Emerito Collezione Peggy Guggenheim, Venezia) dalla volontà di Fondazione Caript, gestito dalla sua società strumentale Pistoia Musei & Cultura Scrl e oggi diretto da Monica Preti, per molti anni Direttrice della programmazione culturale dell’Auditorium Musée du Louvre.
Dopo il 2017 con Pistoia Capitale Italiana della Cultura – si pone l’obiettivo di offrire un calendario di iniziative culturali articolato e attrattivo, raccontando la città dalle sue origini fino alla contemporaneità con un programma espositivo di ampio respiro, affinché Pistoia si affermi sempre di più come meta prediletta dal turismo culturale, valorizzando e promuovendo il suo straordinario patrimonio.
Lo scorso anno la mostra Medioevo a Pistoia, Crocevia di artisti fra Romanico e Gotico illustrava per la prima volta lo straordinario panorama delle arti a Pistoia dal XII agli inizi del XV secolo, rivelando il ruolo di primo piano assunto nel Medioevo dalla città nel campo delle arti figurative. Quest’anno un’altra interessantissima mostra racconta e ricorda un protagonista indiscusso del cinema italiano…

Mauro Bolognini (1922-2001) è stato un protagonista della cultura italiana del secondo dopoguerra capace di spaziare tra cinema, televisione, teatro e opera lirica. Particolari e fecondi sono stati i rapporti intrattenuti con il cinema francese e con la cultura italiana a lui contemporanea, particolarmente con Pasolini. Per trentacinque anni protagonista indiscusso del cinema, dell’opera e del teatro italiano, ha diretto artisti quali Marcello Mastroianni, Gina Lollobrigida, Claudia Cardinale, Jean-Paul Belmondo, Catherine Deneuve, Ottavia Piccolo, Isabelle Huppert, Alberto Sordi – solo per citarne alcuni. Pistoiese di nascita, ma cittadino del mondo, Mauro Bolognini, regista di fama internazionale, pietra miliare del cinema italiano degli anni Sessanta e Settanta è stato regista di decine di pellicole, ha diretto grandi attrici e attori. I momenti più significativi della vita e dell’opera del regista si possono percorrere in tante opere artistiche quali manifesti, bozzetti, costumi, fotografie, oggetti di scena, un percorso quello di Bolognini che ha radici costanti con le arti, una passione che parte dalla formazione toscana, a contatto con i capolavori della pittura macchiaiola e con le esperienze della scuola pistoiese del primo Novecento, dal periodo di studio con Ottone Rosai, presso l’Accademia di Belle Arti di Roma. Il suo amore per la pittura ha di certo influenzato la sua regia, le sue creazioni, arricchendo molte sue pellicole – e in particolare La Viaccia del 1961 e Metello del 1970 – di vere e proprie citazioni figurative di capolavori della pittura italiana e francese. Vincenzo Farinella approfondirà questo background nel saggio Mauro Bolognini, un regista innamorato della pittura. Due casi studio, La Viaccia e Metello, vanno ad approfondire l’influenza che la pittura ha avuto nell’intera opera del regista. In La Viaccia del 1961, ambientato nella Toscana di fine Ottocento e tra i più sfacciatamente pittorici della sua filmografia, è così possibile scoprire gli echi della rivoluzione realista di Gustave Courbet - Un funerale a Omans, Gli spaccapietre - ma anche suggestioni da Giovanni Fattori (Ritorno a casa) e Henri de Toulouse-Lautrac, con le sue donne in corsetto, per gli ambienti e i costumi del bordello, che trovano riscontro anche nel Manet di Il bar alle Folies-Bergère.
Poi ancora, per Metello del 1970, con cui Bolognini torna in Toscana di inizio ‘900, troviamo le atmosfere e le composizioni di Segantini (A messa prima) e di Telemaco Signorini (Il Ponte Vecchio). Questo “assaggio” sulle fonti pittoriche nel cinema di Bolognini lascia intendere come la cultura e il gusto del regista di Pistoia si estendessero ben al di là della pittura macchiaiola, per attingere a fonti internazionali più varie e stratificate.

In occasione del centenario della sua nascita, dal 10 novembre 2022 al 26 febbraio 2023 Pistoia Musei presenta al pubblico Mauro Bolognini, un nouveau regard. Il cinema, il teatro e le arti, mostra a cura di Andrea Baldinotti, Vincenzo Farinella, Monica Preti e Luca Scarlini che si articolerà nelle sedi di Palazzo Buontalenti e dell’Antico Palazzo dei Vescovi, nel cuore storico della città di Pistoia.
Circa 200 tra manifesti, bozzetti, costumi, dipinti, fotografie e materiali di scena per una mostra che ha il duplice intento di riconsiderare in modo complessivo l’opera di Bolognini e di espandere alla dimensione europea la ricerca sul suo lavoro e sulla sua espressione figurativa, frutto di una sensibilità affinata in giovinezza all’ombra del cinema francese. Da qui anche il titolo della mostra, che mette idealmente l’accento sul contributo che la cultura d’Oltralpe ha offerto al lavoro del regista pistoiese. Il percorso espositivo è organizzato in due sedi distinte. A Palazzo Buontalenti, dove si dipana la vicenda cinematografica di Bolognini, il percorso si articola in sei sezioni cronologiche: Da Pistoia a Roma (con intermezzo in Francia); Bolognini e Pasolini; Tra successi e insuccessi: gli anni Sessanta; Tra impegno politico e letterario: i primi anni Settanta; Romanzi, specchi grotteschi e schegge di commedia: la seconda metà degli anni Settanta; Gli ultimi anni. Accanto a questi, un focus dedicato a un’antologia di dipinti dell’Ottocento utilizzati dal regista come spunti, e un approfondimento sulla sua personalità e i suoi gusti con una selezione di oggetti e opere che lo hanno circondato nelle sue abitazioni. In una saletta ‘cinematografica’ appositamente allestita per la mostra, invece, un montaggio video originale diretto daRocco Gurrieri propone una ricostruzione delle strette relazioni fra le pellicole di Bolognini e i riferimenti pittorici e fotografici che ne hanno ispirato l’atmosfera e la messa in scena, in particolare ne La Viaccia e in Metello.
Nella sede dell’Antico Palazzo dei Vescovi sono invece rievocate le sue regie liriche e teatrali: otto sale allestite in maniera ‘scenografica’ con bozzetti, figurini, costumi che rievocano le maggiori produzioni teatrali di Bolognini.

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